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Ristrutturazione sottotetto

  • Ristrutturazione sottotetto
    13/02/2019

    Ristrutturazione sottotetto

    Ristrutturazione sottotetto

    Avere la possibilità di rinnovare un sottotetto significa ricavare una o più stanze, le cui destinazioni d’uso possono diventare multiforme. La nostra abitazione apparirà subito più grande e allettante, ma dobbiamo tenere presente che non è tutto concesso durante la ristrutturazione.

    Prima di iniziare i lavori è necessario analizzare il quadro normativo. Ogni regione ha il proprio regolamento edilizio che consente di intervenire o meno sulla struttura esistente.
    I limiti per cui è possibile trasformare una soffitta in uno spazio abitabile sono stabiliti dalle diverse regioni. È importante verificare anche se vi sono vincoli ambientali per cui, per esempio, non è possibile modificare la facciata del palazzo e, pertanto, non è consentito aprire una nuova finestra. Le stesse leggi regionali specificano le altezze minime consentite, le volumetrie e anche i rapporti aeroilluminanti (il rapporto tra la superficie del pavimento e quella delle finestre). Proprio per decifrare correttamente la normativa, l’aiuto di un architetto o di un’impresa può rivelarsi molto utile. In genere, quando si parla di ristrutturazione l’intervento di un professionista è necessario.

    Analizzata la legge, vi sono altri fattori da valutare per progettare un ambiente che sia confortevole, salubre e luminoso.

    Parametri di riferimento

    Tutte le regioni chiedono altezze minime inferiori a 270 cm, ma l’altezza media più comune per i locali abitabili è di 240 cm che può essere ribassata a 230 cm per i luoghi di passaggio, come i corridoi, o per i bagni. Se non ci sono particolari vincoli culturali o paesaggistici (in genere esistono nei centri storici), è possibile ricavare finestre o aprire lucernari e il rapporto tra la superficie delle finestre e quella del pavimento deve essere generalmente di 1/16 (in modo da assicurare luce e ricambio d’aria sufficiente). Non è invece concesso, salvo particolari condizioni, modificare l’altezza del colmo (punto più alto del sottotetto) o la pendenza del tetto.

    Capite le normative, è importante impermeabilizzare il tetto e realizzare un cappotto termico a pareti a regola d’arte (non inferiore a 7 centimetri). È necessario prestare attenzione agli infissi che, essendo maggiormente esposti ai fattori climatici, devono essere completamente isolati e valutare la coibentazione a muro per una maggiore efficienza energetica. Il sottotetto deve essere ben isolato così da garantire la giusta temperatura sia nelle stagioni più fredde sia in estate. Ricordiamo che questi spazi hanno una volumetria minore rispetto a un appartamento classico e pertanto si riscaldano più facilmente, ma – proprio perché sono in alto – hanno una dispersione termica maggiore. I locali devono essere ben areati, le pareti e le coperture dotate di un adeguato isolamento termico, il tetto ventilato (in particolare se viene costruito un solaio di copertura), e deve essere realizzato un cappotto esterno sui muri perimetrali.

    Riferendoci al punto precedente, vi sono materiali che più di altri contribuiscono a rendere salubre e asciutto il sottotetto. La scelta dei materiali varia, in genere è subordinata a quelli utilizzati per le parti esterne dell’edificio e per il tetto. Occorre, però, prediligere materiali traspiranti per scongiurare il rischio di condensa.

    Se scegliamo il pavimento in legno, quindi un materiale caldo, si contribuisce a mantenere l’equilibrio degli ambienti.

    Per quanto riguarda la copertura, si consiglia la progettazione di un tetto in legno. Magari un soffitto con travi e pilastri a vista, meglio se di legno, per creare un’atmosfera più accogliente, anche se gli ambienti sono piccoli o hanno forme particolari. Non dimentichiamo di valutare la qualità e le capacità portanti del solaio di calpestio del sottotetto: spesso lo spazio da recuperare è un semplice controsoffitto, non progettato quindi per sostenere i carichi di un solaio interpiano normale. Le finestre devono essere almeno una per ogni stanza, se il sottotetto è abbastanza grande da ospitare più ambienti. Consideriamo anche la possibilità di sfruttare finestre a tetto, ovvero lucernari, o addirittura veri e propri abbaini. Questi ultimi, in particolare, comportando una variazione della sagoma esterna delle coperture, sono subordinati – come abbiamo detto – all’approvazione della Commissione per la Qualità Architettonica e il Paesaggio del comune di riferimento, oltre al nulla osta della competente Soprintendenza qualora l’immobile oggetto di intervento sia vincolato per il suo valore storico, artistico o architettonico. Siccome l’illuminazione naturale è funzionale al calore e all’efficienza energetica degli ambienti, al di là dell’aspetto estetico, è essenziale studiare la direzione della luce. Il giusto orientamento delle finestre fa evitare irradiazione diretta che potrebbe causare l’ingiallimento del pavimento o anche delle placche che ricoprono le pareti elettriche.

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